Nicolai Tangen, CEO del fondo sovrano norvegese, ha assunto una posizione ferma sull’adozione dell’intelligenza artificiale, dichiarandola non negoziabile per i circa 670 dipendenti del fondo. «Non può essere facoltativo. Non è facoltativo usare o meno l’IA», ha dichiarato Tangen in una recente intervista. «Se non la usi, non verrai mai promosso. Non otterrai un lavoro», ha sottolineato, riferendosi al fondo norvegese da 1.800 miliardi di dollari—il più grande al mondo.
Il fondo ha già registrato notevoli miglioramenti in termini di efficienza grazie all’implementazione dell’IA. In un sondaggio interno, i dipendenti hanno riportato un aumento dell’efficienza del 15% lo scorso anno. Tangen ritiene che questa cifra raggiungerà il 20% nel 2025 e un ulteriore 20% l’anno successivo, portando potenzialmente il fondo ad avere un vantaggio del 50% rispetto ai concorrenti che non utilizzano l’IA.
La tecnologia ha trasformato le operazioni in tutta l’organizzazione. Attività che prima richiedevano giorni, come il monitoraggio di articoli di stampa sugli investimenti in 16 lingue diverse e la strutturazione di queste informazioni per valutare la responsabilità delle aziende, ora richiedono solo pochi minuti. Il fondo utilizza anche l’IA per valutare i pacchetti retributivi dei dirigenti: Tangen osserva che il sistema è in grado di analizzare documenti di 40-50 pagine e determinare con il 95% di accuratezza se il fondo debba votare a favore o contro.
Il fondo impiega una vasta gamma di strumenti di intelligenza artificiale: Claude di Anthropic PBC è utilizzato dal «100% dei dipendenti», insieme a Microsoft Copilot, Perplexity, Cursor, Open AI Deep Research e Google AI. Questo focus sulla tecnologia ha già influenzato le politiche di assunzione: Tangen ha annunciato all’inizio del mese che il fondo non aumenterà il personale nel prossimo futuro, puntando invece a «una maggiore efficienza attraverso un uso più intenso della tecnologia».
Il mandato sull’IA di Tangen si allinea con la sua visione per il futuro del fondo, dopo la sua recente riconferma per un secondo mandato come CEO. Vede il suo ruolo come «migliorare dell’1% ovunque, sempre», con l’IA che gioca un ruolo centrale in questa strategia di ottimizzazione. Il fondo, che investe in oltre 8.500 società quotate a livello globale e possiede circa l’1,5% di tutte le azioni quotate, utilizza la tecnologia per migliorare il processo decisionale su tutto il suo vasto portafoglio.
Il fondo sovrano norvegese non è l’unico a rendere obbligatoria l’adozione dell’IA. Anche altre grandi organizzazioni come Shopify e JPMorgan Chase hanno invitato il personale ad abbracciare la tecnologia, con i casi d’uso dell’IA di JPMorgan destinati a crescere da 400 a 1.000 entro un anno.