L’intelligenza artificiale continua a rimodellare il mercato del lavoro statunitense a un ritmo sempre più rapido, con importanti ripercussioni sulla sicurezza occupazionale in diversi settori.
Secondo un rapporto pubblicato questa settimana dalla società di ricollocamento Challenger, Gray & Christmas, la tecnologia IA è stata direttamente responsabile di oltre 10.000 licenziamenti solo nel mese di luglio 2025. L’azienda ora inserisce l’IA tra i primi cinque fattori che contribuiscono alla perdita di posti di lavoro nel 2025, evidenziando l’impatto crescente dell’automazione sull’occupazione.
Il settore tecnologico è stato particolarmente colpito, con aziende private che hanno annunciato oltre 89.000 licenziamenti fino a luglio, pari a un aumento del 36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dal 2023, più di 27.000 licenziamenti sono stati direttamente attribuiti all’implementazione di sistemi basati sull’IA, secondo i dati di Challenger.
"Il settore sta subendo una trasformazione a causa dell’avanzamento dell’intelligenza artificiale e dell’incertezza persistente riguardo ai visti di lavoro, fattori che hanno contribuito alla riduzione della forza lavoro", si legge nel rapporto di Challenger, Gray & Christmas. Gli esperti suggeriscono che il numero reale di licenziamenti legati all’IA potrebbe essere significativamente più alto, poiché molte aziende classificano questi tagli sotto voci più generiche come "aggiornamenti tecnologici" o li includono nei piani di ristrutturazione.
Questa trasformazione del mercato del lavoro guidata dall’IA avviene in un contesto di crescenti preoccupazioni economiche. Il mercato del lavoro statunitense ha mostrato segnali di debolezza inaspettata a luglio, con soli 73.000 nuovi posti di lavoro creati, ben al di sotto delle previsioni degli analisti. Ancora più preoccupante, i dati relativi a maggio e giugno sono stati rivisti al ribasso per un totale di 258.000 posti in meno, suggerendo un rallentamento più marcato di quanto precedentemente riconosciuto.
Sebbene l’IA resti un fattore rilevante nei licenziamenti, anche altre pressioni economiche contribuiscono all’attuale ondata di tagli. L’iniziativa del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) ha portato a oltre 292.000 licenziamenti quest’anno, mentre dazi e inflazione hanno fatto aumentare i licenziamenti nel settore retail di quasi il 250% rispetto al 2024. Mentre le aziende continuano a investire massicciamente nell’IA e devono affrontare venti contrari sul fronte economico, lo scenario occupazionale appare sempre più incerto per i lavoratori di molti settori.